martedì 29 maggio 2018

...e le proteine?


È di questi giorni la notizia riportata anche da ansa, sul fatto che negli anziani il consumo di proteine dovrebbe essere quasi doppio per mantenere la massa muscolare ed evitare cadute causa cedimenti muscolari, e relative fratture ossee, pubblicato sull'American Journal of Physiology - Endocrinology and Metabolism e condotto da Il-Young Kim del dipartimento di geriatria dell'Università dell'Arkansas.



e quindi… le tanto demonizzate proteine…alla fine, servono, eccome se servono e…ne assumiamo troppo poche!

Ma cosa sono le Proteine?
Sono i “mattoncini” di cui è fatto il nostro corpo! Non solo pelle, muscoli…ma anche  neurotrasmettitori, enzimi e ormoni, organi…
Le proteine migliori e più biocompatibili e assimilabili per noi sono quelle animali, da pesce, carne, uova, crostacei, etc… Nonostante si dica, legumi e similari non hanno le stesse caratteristiche e non sono sostituibili, gli manca sempre un qualche aminoacido…

Le proteine sono fatte di molecole chiamate aminoacidi.
Otto aminoacidi, sono essenziali e li dobbiamo assumere col cibo, poiché non possiamo “crearli” come invece succede per altri elementi (per esempio gli zuccheri ricavali dai grassi)




Cosa succede quando ingeriamo le proteine?
Nello stomaco avviene una piccola parte della digestione chimica ed enzimatica, vengono solo in parte scissi i legami degli aminoacidi, ma restano cmq intatti o quasi.
Passa poi attraverso il duodeno o intestino tenue, e qui vengono aggiunti i Sali biliari e gli enzimi pancreatici e cambia il ph del nostro Chimo (che è il mucchietto di cibo), rende più assimilabile il carico acido delle proteine.
A questo punto iniziano a scindere i legami degli aminoacidi, a renderli “singoli” anche tramite l’azione delle pareti dell’intestino e degli enzimi stessi. Questi aminoacidi adesso riescono ad essere assimilati e quindi portati in circolo, dapprima nel fegato e poi nel resto del corpo.
Quando le sostanze nutritive vengono assorbite attraverso la parete intestinale ed entrano in circolo, viene rilasciato l’ormone peptide YY (PYY). Questo determina la sazietà, sia direttamente sia indirettamente, in quanto migliora la sensibilità alla leptina. Le proteine fanno sì che venga rilasciata una grande quantità di peptide e per questo sono molto sazianti. I grassi ne provocano una secrezione significativa, ma inferiore a quella delle proteine, mentre i carboidrati sono quelli che stimolano meno questo ormone ( e quindi si sente più la fame! Saziano meno perché stimolano meno l’ormone peptide)
Il fegato può assorbire gli aminoacidi e usarli per il proprio funzionamento oppure convertire un aminoacido in altro, oppure convertire quell’aminoacido in zucchero attraverso un processo chiamato gluconeogenesi.
Se il fegato non li utilizza, entrano in circolo e verranno utilizzati da altre parti del corpo, per riparare tessuti, o simili.
Il nostro corpo, si dice sempre, è una macchina meravigliosa… e adattabile! Può persino usare le proteine o i tessuti muscolari per creare glucosio…nel caso di periodi di “magra” come un digiuno per esempio!



Nel qual caso, il nostro corpo si preoccupa di mantenere i livelli di glucosio nel sangue a un certo livello… per fare questo, se non ha zuccheri introdotti, li prende appunto…da altre parti!
È per questo che quando siamo a digiuno tendiamo a convertire grandi quantità di aminoacidi
in glucosio, che viene poi immagazzinato nel fegato sotto forma di glicogeno e poi man mano rilasciato per mantenere costanti i livelli di glucosio nel sangue.
E se invece ne abbiamo troppi?
Quelli in eccesso vengono convertiti in glucosio attraverso la gluconeogenesi, oppure utilizzati direttamente come fonte di energia. Le proteine possono ovviamente contribuire a produrre un eccesso calorico, ma, prese da sole, è praticamente impossibile assumerne troppe a causa dei potenti segnali di sazietà che mandano al cervello, sopra il 30-35 per cento delle calorie totali, il fegato non è più in grado di processarle e si può verificare la rabbit starvation (o inedia da coniglio), che provoca deperimento muscolare, letargia, diarrea e infine la morte.
Questo termina deriva dai pionieri del West americano, che si addentravano nei territori e mangiavano solo piccoli animali come i conigli, la cui carne era troppo magra!
Per ovviare a questo (e cmq… come si diceva, siamo sempre sotto il limite del 1.5-2 gr di proteine per kg corporeo), basta aggiungere tanta bella verdura e grassi buoni.

Tra le fonti migliori con la più alta percentuale di proteine disponibili:

petto di tacchino
gamberetti
granchio
halibut
vongole
filetto di maiale magro
cuore di manzo
tonno grigliato
bistecca di vitello
lombata di manzo
petto di pollo disossato
fegato di manzo
braciole di maiale magre
cozze
uova
braciole di agnello

c'è l'imbarazzo della scelta! tagli magri e piuttosto...si aggiungono i grassi buoni ...dopo!



martedì 15 maggio 2018

Cereali... perchè meglio di no?



I carboidrati comprendono un sacco di alimenti, verdura e frutta compresi!e non solo pasta… si basano su molecole chiamate “monosaccaridi”. Mono significa “singolo”, saccaride significa “zucchero”: quindi fatto di un solo zucchero. I due monosaccaridi, più conosciuti e che vedremo meglio, sono il glucosio (il principale zucchero che il nostro corpo usa per produrre energia) e il fruttosio (un parente del glucosio).

Vi sono altri tipi di molecole, i “disaccaridi” e i “polisaccaridi”.
“Disaccaridi” significa “due zuccheri”, per esempio il saccarosio (o zucchero da tavola) – che è un disaccaride composto da glucosio e fruttosio.
“Polisaccaridi”, cioè “più zuccheri” possono essere considerati i carboidrati indigeribili, che di solito chiamiamo fibra (sia solubile sia insolubile) e i polisaccaridi digeribili, comunemente noti come amidi. 
Riso, le patate, il mais e la farina sono tutti esempi di polisaccaridi/ amidi.
Sono quindi…zuccheri! E…fanno davvero bene tutti questi zuccheri?!?!?

I monosaccaridi, gli zuccheri semplici, possono entrare in circolo direttamente, come gli aminoacidi.
I disaccaridi come il saccarosio, invece, devono essere scomposti in monosaccaridi nell’intestino tenue.I polisaccaridi come l’amido devono essere scomposti e ridotti a singole molecole di glucosio libero.
Per cui, gira e rigira, il carboidrato è…ZUCCHERO!

Il carboidrato, diventato quindi glucosio, passa rapido dall’intestino al fegato.
Quando il glucosio entra in circolo, il pancreas rilascia insulina, che attiva il GLUT4, la molecola che trasporta il glucosio alle membrane cellulari.
Normalmente queste molecole facilitano l’assorbimento del glucosio ematico da parte del fegato. Il glucosio viene qui immagazzinato sotto forma di un tipo di amido detto glicogeno.
Questa scorta di glucosio è importante per mantenere costanti i livelli della glicemia tra un pasto e l’altro. Quanto non usato dal fegato, entra in circolo e viene utilizzato dal cervello, dai globuli rossi e da altri tessuti come fonte di energia, oppure immagazzinato nei muscoli per poter poi essere utilizzato nelle attività fisiche di tipo breve ed esplosivo.
Se abbiamo ingerito pochi carboidrati la loro avventura termina così.
Ma i carboidrati complessi hanno anche..il fruttosio!
Il fruttosio deve essere processato dal fegato, poiché nessun altro tessuto del nostro corpo è in grado di utilizzarlo direttamente. Il fegato lo converte in glucosio e poi lo immagazzina come glicogeno. Se la quantità di fruttosio che assumiamo è bassa, e le calorie poche, finisce lì.. Se la quantità è eccessiva…il fruttosio è uno dei fattori che determina l’insorgere dell’obesità, della depressione, del diabete e delle malattie normalmente associate ai danni metabolici.

Quando siamo a digiuno quasi tutti i carboidrati che ingeriamo, vengono usati dal fegato. Anche se i muscoli e gli organi viaggiano volentieri a glucosio, ci sono altri tessuti come i globuli rossi e certe parti del cervello che non possono utilizzare fonti di energia diverse dal glucosio. Il nostro corpo diventa piuttosto selettivo su come  e chi lo deve usare. I tessuti che possono farlo, si adattano a usare i grassi e i chetoni, in modo da lasciare il glucosio a chi non può fare diversamente!

Ora, questo va tutto bene se al nostro organismo diamo le quantità necessarie e “giuste”
E se vi è un surplus di glicogeno? Cosa succede?
Una volta che le riserve di glicogeno del fegato sono piene, i carboidrati in eccesso vengono trasformati in un grasso saturo a catena corta chiamato acido palmitico. Questo acido (PA) si attacca a una molecola di glicerolo e forma un composto di proteine e colesterolo. La molecola che ne risulta si chiama VLDL (Very Low-Density Lipoprotein).
Questa molecola VLDL ricca di acido palmitico viene rilasciata dal fegato ed entra in circolo per tutto il corpo così che il grasso che contiene possa essere usato come fonte di energia oppure immagazzinato in “ciccia”.
Le VLDL vanno in tutto il corpo, ma principalmente interagiscono col cervello. L’acido palmitico ha potenti effetti sul nostro metabolismo e sul sistema ormonale in quanto riduce la nostra sensibilità alla leptina. Quando il cervello, e in particolare l’ipotalamo (cioè l’area del cervello responsabile della regolazione dell’energia), diventa resistente alla leptina, viene perso il segnale di sazietà che in condizioni normali verrebbe invece percepito a seguito dell’ingestione di cibo.
Restiamo affamati nonostante i livelli elevati di glucosio e continuiamo a mangiare in eccesso rispetto ai nostri bisogni. Sviluppiamo la “voglia di dolce” abbiamo zittito la leptina che dovrebbe dirci “basta hai mangiato troppo” . E l’acido palmitico, che zittisce la leptina, viene prodotto dai carboidrati in eccesso.

Questo processo, ne scatena un altro… ovvero, riduce la nostra sensibilità all’insulina, che a sua volta fa si che il fegato diventa resistente all’insulina (insulinoresistente) e i livelli di glucosio nel sangue salgono sempre di più. Di conseguenza, i nostri muscoli non sono più in grado di immagazzinare altro glicogeno, e perdono la sensibilità all’insulina e i muscoli a un certo punto, quasi “annegano” nel glucosio, che aumenta sempre più nel sangue stesso, aumentando di conseguenza l’insulina.
Tutto ciò porta a una “insulinoresistenza” sistemica e diffusa in tutto il corpo, e il glucosio viene convertito in grassi e VLDL a un ritmo tale da impedire al grasso di lasciare il fegato, dove comincia ad accumularsi.
Questo è l’inizio della malattia del fegato grasso non alcolico.
A questo punto entra in gioco il cortisolo, l’ormone dello stress, chiamato in causa dal nostro corpo, perché nonostante stia annegando nel glucosio, non lo recepisce più visto l’insulinoresistenza!
Il cortisolo viene rilasciato per contrastare attraverso la gluconeogenesi la carenza percepita di zucchero nel sangue. Nonostante il corpo stia annegando nel glucosio fornito dai carboidrati, si ritrova a produrre ancora più glucosio sacrificando i propri tessuti. Vengono quindi bruciati muscoli e organi per produrre più glucosio.
I muscoli sono i primi sacrificati in caso di eccesso di  glucosio! Sapevatelo malati di "senza la pasta come fai a fare attività sportiva"!
Per questo motivo, chi ha il diabete di tipo II e l’insulinoresistenza vede un deperimento muscolare sul proprio corpo e un aumento di …panza! Di ciccia che non fa per niente bene!
Questo a causa dei livelli alti di insulina, di glucosio nel sangue, e di trigliceridi.
Chi ha tanta pancia, intesa come grasso a livello addominale… ha sicuramente un’ insulinoresistenza.
Alti livelli di insulina portano a: aumento dell’incidenza di cancro, invecchiamento precoce e malattie neuro-degenerative come il Parkinson, il morbo di Alzheimer, l’obesità e, il diabete di tipo II.



Senza contare… il glutine!
Il glutine è una proteina che si trova nel grano, nella segale e nell’orzo. Altri cereali, come il mais e il riso, contengono proteine simili ma meno problematiche.
Anche il glutine, come lo zucchero… crea dipendenza!

I “cereali” rientrano nella famiglia delle graminacee.
Questa comprende alimenti base come il grano, la segale, l’orzo, il miglio, il riso e il sorgo. Piante che derivano da alcune selvatiche iniziate a coltivare dall’uomo negli ultimi 5000 anni.
I cereali presentano la seguente anatomia:

immagine dal libro "la paleo dieta" di Robb Wolff

La crusca è la parte più esterna del chicco integrale. Contiene vitamine, minerali e un sacco di proteine e antinutrienti, la cui funzione è evitare che il cereale venga predato o mangiato dagli animali.
L’endosperma consiste principalmente di amido e qualche proteina. Questo è quanto serve all’embrione della pianta per crescere. Il chicco di riso bianco, per esempio, è l’endosperma, dal quale sono stati rimossi la crusca e il germe.
Il germe è  l’embrione stesso della pianta, la parte che diventerà una nuova pianta.
Questo chicco di cereale, se cade a terra, e con le giuste condizioni, si riproduce e cresce, ovvero il germe usa l’endosperma e fa nascere il germoglio.
I cereali, come tutti gli esseri viventi di questo pianeta, hanno l’obiettivo di sopravvivere abbastanza a lungo da potersi riprodurre. Per i cereali raggiungere questo obiettivo è particolarmente difficile, visto che la loro parte più ricca di nutrienti (la parte che noi mangiamo) coincide con la loro struttura riproduttiva.
Alcune piante, come i mirtilli o fragole , si sono evoluti adottando la strategia del do ut des. Ovvero, la parte riproduttiva verrà espulsa dall’organismo ospite che ha ingerito il frutto, intatta, e si potrà riprodurre.
Altre piante adottano un sistema diverso, si avvolgono di sostanze nocive tipo olii (le ortiche per esempio) e tengono così distanti i predatori. Li olii urticanti, entrano attraverso la pelle: i globuli bianchi e il sistema immunitario lanciano un allarme, per “infiammazione”

E i cereali? Cosa fanno?
Ecco, loro si comportano più come le ortiche...
Ovviamente vogliono vivere e riprodursi, e siccome non usano la tecnica dei mirtilli… ne hanno adottata una simile alle ortiche…ovvero sostanze che non facciano per niente bene ai predatori e li dissuadano dal mangiarli!


I cereali contengono una serie di proteine, alcune delle quali sono chiamate lectine, queste si attaccano a particolari molecole e quindi hanno una funzione di “riconoscimento” all’interno dei sistemi biologici.
L’agglutinina del germe di grano (o WGA), è una delle lectine più cattive, e che si trova in tutti i cereali.
La WGA e le altre lectine sono dannose per diverse ragioni.
1.      Le lectine non vengono scomposte nel corso del normale processo digestivo. Sono quindi grosse proteine, che restano intatte nell’intestino. Solitamente le proteine vengono scomposte durante il processo digestivo, ma queste…no! Contengono alti livelli di prolina, un aminoacido. I cereali contengono anche inibitori della proteasi (che si trovano anche nei latticini e in altri alimenti), che bloccano ulteriormente il processo di digestione delle pericolose lectine.
2.      Le lectine si attaccano ai recettori presenti nel lume intestinale e vengono trasportate intatte attraverso le pareti intestinali. Certe lectine “ingannano” le molecole di trasporto al fine di poter circolare intatte nei nostri corpi.
3.      Il corpo le scambia quindi per invasori quasi some un batterio o virus, essendo grosse e intatte. Nell’intestino vi sono spesso infezioni da batteri e virus, ma il sistema immunitario è lì, pronto a reagire. La WGA entra nel nostro organismo intatta e danneggia anche le pareti intestinali, permettendo anche ad altre proteine di entrare in circolo. Perché questo è un problema? Il nostro sistema immunitario attacca queste proteine estranee e produce anticorpi volti a contrastarle. Questi anticorpi hanno una forma specifica a seconda della forma delle proteine estranee che devono attaccare. Sfortunatamente queste proteine tendono a essere simili alle proteine che compongono il nostro corpo. La WGA e le altre lectine influenzano in maniera significativa l’enzima transglutaminasi (TG). La transglutaminasi è un enzima che modifica OGNI proteina che il nostro corpo produce: cuore, cervello, reni, organi riproduttivi.

Quindi, se le lectine causano problemi con la TG, e se la TG modifica tutte le proteine del nostro corpo, quanti problemi possono causare le lectine?
Le lectine possono avere e hanno un effetto su tutti gli organi.

Dati scientifici mostrano che l’eliminazione di queste lectine (presenti anche in altri cibi, tra cui i legumi), portano alla risoluzione di varie patologie, tra cui problemi di fertilità, vitiligo, il morbo di Huntington, la narcolessia per citarne alcuni
Le lectine causano inoltre problemi alle pareti intestinali e ai nostri villi e microvilli.
Queste si legano a un recettore presente sui microvilli, e lo danneggiano creando i problemi di autoimmunità.
Infatti i villi e microvilli intestinali danneggiati fanno si che dall’intestino fuoriescano sostanze che non dovrebbero verso il nostro circolo.
A questo punto si sono creati anticorpi contro la WGA, che porta all’autoimmunità, è possibile che si sviluppino allergie multiple a causa della permeabilità delle pareti intestinali e degli alimenti non correttamente digeriti.
È così che si manifestano allergie al pollo, al manzo, alle mele e ad altri alimenti normalmente benigni.
Se l’ intestino è danneggiato, sarà esposto a una serie di sostanze chimiche che normalmente rimarrebbero al suo interno.
Se il tessuto dell’intestino viene danneggiato, per gli svariati motivi (infezioni batteriche virali o parassitare, abuso di alcol, cerali, legumi, latticini), sarà predisposto all’autoimmunità e a diverse intolleranze.
Se i microvilli sono danneggiati, è facile che il contenuto dell’intestino esca ed entri nel circolo sanguigno. Nel frattempo, anche la cistifellea si ritrova ad avere problemi… .con la parete intestinale danneggiata, il messaggero chimico, la colecistochinina (CCK), non viene rilasciata. La CCK normalmente manda il segnale di “accensione” alla cistifellea che avvia la secrezione degli enzimi digestivi pancreatici. Quando questo segnale si blocca, il cibo, in particolare le proteine e i grassi, non viene digerito correttamente. Il mancato rilascio di bile fa sì che nella cistifellea si formino cristalli di colesterolo, il che porta ai calcoli biliari.
Un altro pezzo del sistema di difesa chimica che i cereali usano contro di noi è costituito da un gruppo di enzimi, detti inibitori della proteasi. Gli inibitori della proteasi impediscono la scomposizione delle proteine. Ciò significa che quando consumiamo cereali non digeriamo le proteine contenute in tutto il pasto. Gli inibitori della proteasi ostacolano anche la digestione delle lectine come la WGA, rendendo queste proteine, già di per sé difficili da digerire, praticamente indistruttibili.
Ma oltre alle lectine vi sono i… fitati!
I fitati sono importanti per i semi e i chicchi perché si legano saldamente agli ioni di metallo (come il magnesio, lo zinco, il ferro, il calcio e il rame), che sono cruciali per la crescita e lo sviluppo del cereale, la mancanza di questo legame in pratica fa morire il seme e quindi…niente riproduzione!
Quando consumiamo cereali, i fitati sono ancora attivi e si legano potentemente a calcio, magnesio, zinco e ferro. Ciò significa che calcio, magnesio, zinco e ferro non possono essere assorbiti.

Riassumiamo i problemi che causano i cerali:
1. Danneggiano la parete intestinale. Intestino danneggiato = niente assorbimento di sostanze nutritive. Villi e microvilli devono essere sani per assorbire le sostanze nutritive, siano esse proteine, carboidrati, grassi, vitamine o minerali.
2. Danneggiano la cistifellea e la produzione di bile. Se non assorbiamo i grassi e i micronutrienti liposolubili come le vitamine A, D, K, e altre sostanze nutritive, non potremmo utilizzare i minerali (ammesso che li possiamo assorbire), senza contare i gravi deficit da mancanza di grassi assorbiti!
3. I fitati si legano potentemente agli ioni metallo e li rendono indisponibili all’assorbimento. Tant’è che molti chimici analitici usano i fitati negli esperimenti in cui è necessario quantificare gli ioni di metalli come il calcio, zinco o ferro in un determinato campione proprio perché i fitati si legano a questi metalli più di quanto non faccia qualunque altra molecola. Immaginate quindi dove vanno ferro e calcio ealtri preziosi minerali…di sicuro non nel posto giusto e anzi…proprio non vengono nemmeno visti!
4. Aprono la strada all’autoimmunità e al cancro. Se il tessuto intestinale è danneggiato, aumenta eccezionalmente il rischio di malattie autoimmuni di vario genere, come la tiroidite di Hashimoto, diversi tipi di cancro, come il linfoma non- Hodgkin. Il pancreas viene assalito dall’infiammazione indotta dai cereali a causa dei problemi con la CCK e gli elevati livelli di insulina. Questa infiammazione può causare un tumore al pancreas e la pancreatite (infiammazione del pancreas).

Perché accade tutto questo? Perché ai cereali non piace affatto che voi li mangiate e sono capaci, e pronti, a combattere se tentate di farlo.

Siete ancora così convinti che i cereali facciano bene?

Ognuno ci pensi e agisca di conseguenza!

lunedì 14 maggio 2018

Parliamo di uova?



Discorso in parte uscito ieri sera a lezione di Wellness Walking a Bussolengo… gioia e dolori di tutti… faranno bene? Faranno male?
L’uovo è formato da 3 parti: guscio, albume e tuorlo.

Un guscio  fragile e poroso, e tuttavia in grado di contenere albume e tuorlo, in genere è costituito da calcio (carbonato e fosfato di calcio e carbonato di magnesio).

L’albume è la parte intermedia e trasparente dell’uovo. Il 90% è acqua, il resto sono proteine, minerali e vitamine. Le proteine sono composte da: ovoalbumina, conalbumina, ovoglobulina, ovomucina e avidina. Quest’ultima è un “antinutriente”, ovvero… non fa bene per noi! Infatti blocca l’assorbimento della biotina, o vitamina H. Per deattivarla e renderla innocua…basta cuocere bene l’albume!
Tra i minerali, importanti, troviamo sodio, potassio, selenio, fosforo e magnesio, vitamine B2 e B5, B12 e B3, e il lisozima, che ha proprietà antibatteriche.

Il tuorlo è la parte centrale, di colore giallo-rossastro, a seconda di cosa la gallina ha mangiato! È rivestito dalla membrana vitellina, che lo tiene compatto e al centro e lo fissa ai due poli dell’uovo. E’ la parte più interessante dell’uovo! 50% è acqua, 30% sono lipidi e lecitine il resto proteine. Le proteine sono trigliceridi, fosfolipidi, e a completare grassi monoinsaturi e polinsaturi.
Ha un sacco di minerali, tra cui ferro, fosforo, potassio, selenio e calcio e pochissimo sodio!
Vitamine tra cui molte liposolubili (A, D, E), carotenoidi, vitamine del gruppo B, specialmente la B12.
Ha livelli di colina e luteina molto alti, un solo uovo copre metà del bisogno giornaliero di entrambe!
Le lecitine contenute nell’uovo svolgono un importante compito: sono antagoniste del colesterolo! Insieme ai grassi polinsaturi nell’uovo, favoriscono il processo dell'inversione dalle arterie verso il fegato, aiutando così nella prevenzione della formazione di placche che potrebbero portare all’aterosclerosi. Questo processo avviene poiché la lecitina è impiegata nel processo di LCAT (Lecitina Colesterolo Acil Transferasi), un enzima che effettua quanto sopra descritto, ovvero il trasporto del colesterolo verso il fegato, che verrà poi eliminato attraverso la bile.



Le uova sono un ottimo alimento per gli sportivi, che spesso, erroneamente, utilizzano più albume che tuorlo, pensando di ottenere più proteine.
In realtà la parte migliore è appunto il tuorlo, che contiene le lecitine, che favoriscono un migliore assorbimento dell’ossigeno per singola pulsazione cardiaca, e una maggiore cessione di anidride carbonica, importanti quindi sia in fase di lavoro muscolare che di recupero. Nel tuorlo è presente anche la luteina, che aiuta nella prevenzione della cataratta, ed è anche antiossidante e antinfiammatoria. Ha inoltre la fosfatidilcolina, che da buone dosi di colina, precursore dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore molto utile nella contrazione muscolare.

Come si diceva, la cottura deve essere fatta bene per l’albume, affinché l’avidina si disattivi, ma lasciare il tuorlo liquido per avere una biodisponibilità ottimale di lecitina.
Se il tuorlo viene cotto troppo, come capita a volte per le uova sode, si forma una patina verdastra, che non è altro che solfuro di ferro, tecnicamente velenoso per il nostro corpo.

L’uovo grazie alle sue proteine, da subito un senso di sazietà, e per chi guarda e conteggia le calorie, sono poche, con proteine importanti e utili.

Le uova in sé, non sono quindi un alimento dannoso, ma devono rientrare in una corretta alimentazione, che riduca, o meglio, ELIMINI, grassi dannosi e carboidrati.
In una dieta ricca di verdure e frutta, sono un’ottima fonte sia di proteine che di grassi benefici.

Sono da preferire le uova di galline ruspanti, allevate a terra e possibilmente senza mangimi. L’alimentazione della gallina influisce molto sulla composizione del tuorlo, se libera di razzolare e mangiare di tutto, dagli insetti, alle pietroline, a erba et simile e granaglie (non mangime), l’acido arachidonico presente nell’uovo (è infiammatorio) sarà bassissimo!

Vi sono sporadici casi di allergie, i principali allergeni sono l’ovoalbumina, l’ovotransferrina, l’ovomucoide, il lisozima.
Nei neonati di solito è scatenata dall’albume, che di solito si riduce se cotto bene, e con la crescita. Negli adulti, sono più probabili allergie al tuorlo.

Quindi? Uova si? Uova no?

Decisamente SI, ma a patto di avere una corretta alimentazione, che escluda i grassi polinsaturi di oli vegetali, troppo ricchi di omega 6, i grassi trans e i farinacei da carboidrati che inducono infiammazione.
E decisamente SI, se uova di “galline felici”, ovvero di contadino di fiducia, dove le potete vedere che razzolano libere in giro. O se dovete comprarle, che siano biologiche e che leggendo la stampigliatura sul guscio, il primo numero che leggete è… “0”, che quindi vuol dire che almeno non sono in gabbia o a terra si, ma chiuse, non libere.

E ora…vado a farmi due uova all’occhio di bue! :)


Riferimenti articolo Dr. Pierluigi De Pascalis

giovedì 10 maggio 2018

Perché un blog e chi sono


Belle domande… il perché è subito e facile… un supporto alla mia pagina facebook di Wellness Walking.
Cos’è? Vi rimando al sito “madre” di questa bellissima filosofia di vita!
Pertanto vi saranno numerosi approfondimenti ad argomenti che spesso vengono accennati e discussi durante le lezioni, ma che necessitano di un “di più”.
E poi vi sarò …io! Si, a volte con post un po’ fuori dalle righe, che parlano di benessere si, ma anche di tanto altro… non pubblicizzo nulla…o almeno… che non ho personalmente provato e che ritengo possa essere utile ad altri… se una cosa è utile… perché non parlarne e magari aiuta altri?
Spesso parlerò di benessere psicofisico, tramite alimentazione, sport, pensieri positivi, meditazione, e tanto altro
Di mio…magari racconterò, poi, un po’ del percorso che mi ha portato qui, che non è stato facile, come nessuno dei percorsi degli altri…tra alti e bassi, tra periodi felici e periodi bui, in cui si va alla ricerca di se stessi e di cure più o meno “miracolose” (invano, tra l’altro), per poi forse scoprire…l’acqua calda! Le soluzioni più congeniali e adatte a noi sono spesso talmente evidenti e vicine…che non le vediamo!